Frasi con « programmi » per bambini, ragazzi e studenti

Ascolto i programmi e canto.

I programmi raccontano storie divertenti.

Nel pomeriggio guardiamo brevi programmi.

I programmi hanno colori e suoni.

Metti il peluche vicino ai programmi.

A scuola vediamo programmi con animali.

Disegno ciò che vedo nei programmi.

Con papà scelgo programmi di canzoni.

Mio fratellino guarda i programmi e ride.

Scegliamo insieme i programmi per la sera.

I programmi mi fanno imparare nuove parole.

I programmi per bambini hanno giochi e canzoni.

Durante il viaggio ascoltiamo programmi divertenti.

Cerco programmi che insegnino a disegnare.

Amo i programmi che parlano di dinosauri.

Nel tablet ci sono molti programmi educativi.

I programmi di scienze mostrano esperimenti semplici.

I programmi televisivi possono mostrare buone azioni.

Con gli amici creiamo piccoli programmi teatrali.

La maestra usa programmi per spiegare le lettere.

Organizziamo i programmi del pomeriggio con la famiglia.

In biblioteca troviamo programmi per imparare la storia.

La scuola offre programmi sportivi dopo le lezioni.

Nel laboratorio seguiamo programmi che spiegano i circuiti.

Partecipiamo a programmi estivi di scienza e natura.

Provo programmi che insegnano a scrivere codice base.

I programmi sullo spazio mi fanno sognare le stelle.

Mi piace seguire programmi che parlano di animali marini.

Studio i programmi delle lezioni per prepararmi al compito.

Imparo a usare semplici programmi sul computer della scuola.

La nostra classe segue programmi per migliorare la matematica.

I programmi di lettura mi aiutano a capire meglio i libri.

Organizziamo programmi di volontariato nel quartiere.

Esploro programmi online che spiegano la programmazione.

Provo programmi di grafica per disegnare fumetti.

Scelgo programmi che sviluppano il pensiero critico.

I programmi di scienze mostrano esperimenti più complessi.

Nel laboratorio informatico sperimento diversi programmi di coding.

Studio i programmi educativi per approfondire la storia.

Analizzo i programmi del liceo per organizzare lo studio.

I programmi di musica della scuola portano gioia a tutti.

Studio i programmi del semestre per organizzare il mio tempo.

Partecipo a programmi che aiutano a pianificare il futuro scolastico.

I programmi di teatro mi insegnano a parlare in pubblico.

Guardo i programmi con mamma.

Sviluppo piccoli programmi per automatizzare compiti ripetitivi.

Partecipo a programmi di scienza con esperimenti complessi.

Scopro programmi universitari che rispecchiano i miei interessi.

Creo programmi più avanzati per analizzare dati scolastici.

Partecipo a programmi di scambio culturale all'estero.

Programmo e testo programmi per risolvere problemi reali.

Uso programmi di editing per migliorare i miei video.

I programmi di orientamento aiutano a capire le professioni.

I programmi di formazione professionale mi mostrano possibili lavori.

Valuto i programmi di tirocinio per acquisire esperienza pratica.

Confronto i programmi del mio corso per scegliere le materie.

I programmi di volontariato mi permettono di aiutare la comunità.

Studio i programmi dei corsi universitari per scegliere il percorso.

Discutiamo i programmi locali per capire le scelte della comunità.

Valuto i programmi di studio per prepararmi all'esame di maturità.

Sebbene molti responsabili politici affermino di basarsi su valutazioni empiriche, è la persistenza di ideologie non dichiarate, manifestatasi attraverso programmi poco trasparenti e norme implicite, che continua a determinare le scelte regolatorie.

L'implementazione di programmi sperimentali nelle scuole, frutto di una lunga fase di progettazione e di monitoraggio, richiede tuttavia una valutazione longitudinale che consideri la variabilità individuale, le disparità territoriali e le ricadute socioeconomiche.

Quando le amministrazioni locali, pressate da vincoli di bilancio e da emergenze immediate, privilegiano programmi di breve respiro anziché investimenti strutturali, si genera un degrado progressivo degli ecosistemi urbani la cui inversione sarà difficile e onerosa.

Non raro, nei circoli dove si discutono estetica e memoria collettiva, accade che critici e curatori, pur rivendicando autonomia interpretativa e rigore metodologico, si lascino condizionare da programmi istituzionali che orientano la selezione e la promozione delle opere.

Per quanto si sostenga che la tecnologia possa emancipare gli individui, la proliferazione di programmi algoritmici opachi e la delega decisionale a procedure automatizzate sollevano questioni etiche e giuridiche la cui soluzione richiederà un profondo ripensamento delle responsabilità collettive.